Conosci i personaggi

Unknown

Casi di casi umani


Cambierò i nomi per mantenere la classica privacy che c’è nei bar di paese. Anzi chissene dei nomi, tanto questo blog del cazzo non lo legge nessuno e ho le prove:


Dunque lasciamo perdere i nomi veri, ma gli scutmài teniamoli. Partiamo allora con la traduzione mantovano-italiano del termine scutmài: soprannome. Ma non un soprannome tipo Gian al posto di Gianluca. 



Procediamo ora con la definizione del Dizionario Garzoni Linguistica del termine:




/scut-mài/


sostantivo maschile
"Lo scutmài, pronuncia [scütm'ai], è quel soprannome che lo sciagurato si tira dietro da quando il trisnonno del nonno del suo bisnonno, un giorno del cazzo di circa 9 generazioni fa, fece o disse una cazzata davanti a un amico stronzo ma con molta fantasia."



Nessuno, e dico nessuno, rimaneva senza il suo scutmài: se l’amico aveva poca fantasia o se il trisnonno del nonno del bisnonno non faceva cazzata alcuna, si faceva un po’ alla Charles Dickens e quindi il nome poteva rappresentare una specifica del lavoro che si svolgeva o la personalità della persona stessa. Ad esempio, da noi, c’è Stupidein.




E insomma, più che persone, personaggi.


Casi di casi umani


Al Tigèl

Il Tigello, o Tigel o Tiggy, è uno dei personaggi che puoi incontrare se capiti a Dosolo o a Villastrada. O a Cizzolo. O a Salina. O a San Matteo. Insomma, tu entra in un bar della provincia e non sbagli mai. Si riconosce dal fatto che starà sicuramente tirando una pezza a qualcuno. È piccolo di statura, non molto magro e, volendo, gli si potrebbe lucidare la testa.

Ho visto un Ufo



Ufo, detto anche Il Tullo, è un macellaio che vede extraterrestri e navicelle ovunque. Anche la sua macchina, peraltro, sembra una navicella. È uno dei pochi con cui puoi avere incontri ravvicinati del terzo tipo su incontri ravvicinati del terzo tipo. Lui, i suoi baffoni e i suoi pomi molto rosati ordinano la stessa cosa ogni giorno alla stessa ora. Cristina mi fai un Porto? Una volta mi ha scambiato per Cristian, un metro e novanta di uomo.




Attenzione, Orasio in libertà


Orasio, altrimenti detto “venetàso maledéto”, è un esemplare maschio di uomo che vive nei meandri della bassa ma, come sicuramente avrete intuito, non è mantovano. E questo, al baretto, è un serio problema. Si atteggia muovendosi cautamente - e ogni tanto inciampando - tra i pochi esemplari femminili sopravvissuti al bar di Dosolo. Fascista per passione, ha anche qualche qualità. Nonché alcune regole di vita: la birra non si condivide con nessuno, i culi si guardano tutti.



La Parigi-Dabar, ovvero 200 sfumature di Arzilla e don Giovanni 


Al baretto di Faqsimile ci sono non uno, ma ben due nuovi personaggi! Una coppia di 94 anni lui e 96 lei. Ieri c’era una festa di paese da noi, vicino al baretto quello vero. Lei, un metro e mezzo - forse - di donna, col classico chignon grigio, occhialoni anni ’50 e scialle tassativamente nero, era lì, che si lamentava con Carmelo del karaoke perché voleva ballare, ma le canzoni che lui metteva erano troppo davvero “troppo lente!”. Lui, che aveva appena finito due etti di spaghetti allo scoglio e non aveva la benché minima voglia di ballare. Mi avvicino per porgere i miei saluti. Dopo gli svariati “chi sei” e “di chi sei figlia” di lei e gli svariati “che bel vestitino!” e “che bella camicetta!” di lui, l’arzilla comincia a ballare, sostenendo che se lui non balla, a lei non interessa, perché l’importante è che Carmelo metta su Zucchero e mica Lucio Dalla. In ogni caso, li avevo già visti questi due, a bere l’aperitivo. Questa coppia, che invidio come i bambini con lo zucchero filato alla fiera, fa la Parigi-Dabar tutti i giorni, però la fa a Estathé, “alla pesca né!!!!”. E quando li incontri pensi che insieme fanno 200 anni e pensi anche che se vivrai abbastanza a lungo, cercherai sicuramente di essere come loro (e NON come la Cesira Pollice Verde, che trovate tra un paio di scrollate)

Lo spin off "Narratori onniscienti"

Prima puntata dello spin off dei personaggi da Acli, quelli che vivono vicino o passano davanti all’Acli, ma non entrano.

Il primo personaggio che vi presento è
La Cesira Pollice Verde

La Cesira Pollice Verde abita di fronte al bar. Rinomata per la quantità di fiori che pianta, l’unico senso che le è rimasto è l’utilissima e acutissima vista da aquila. La Cesira Pollice Verde si aggira furtiva restando sempre esterna all’area di gioco, abbeverando le sue piante ogni circa 20 minuti per osservare chi sta bevendo e cosa, chi fuma e cosa, chi parla con chi, chi parla con cosa (sì, all’Acli potreste imbattervi in umani che dialogano animatamente con quotidiani, posacenere e bicchieri vuoti). Per lei l’Acli è una sorta di cinema muto da cui estrapolare informazioni visive da riferire il giorno dopo dal panettiere. Basandosi sulla sola vista, è anche una nota fraintenditrice di fatti ed avvenimenti locali. Ricordo quando, parcheggiando contro al muretto vicino a casa sua, scesi dall’autoveicolo con molta nonchalance e, avvicinandomi all’ingresso notai il suo sguardo fisso verso di me. Così le dissi un’unica, concisa ma esauriente parola per sintetizzare il misfatto: “Tuc.”

La risposta fu: “Anche a lei!”.

Qui una rappresentazione di Cesira allo stato brado

0 commenti:

Posta un commento

Dai, dimmi la tua, posso sopravvivere ai leoni da tastiera :)

Coprights @ 2016, Blogger Template Designed By Templateism | Templatelib